Il funzionamento di un antico frantoio

Con l’ausilio degli animali (muli o mucche- qui c’era una mucca) venivano fatte ruotare le molazze in pietra, per la preparazione della pasta delle olive. Dopo si raccoglieva la pasta che veniva poi inserita in una sorte di borse, dette “bruscole” o “schiaccini” (erano delle specie di sacche fatte di corda di cocco), e collocate l’una sull’altra sotto la pressa dello strettoio, tramite pressione data da una vite che girava sopra ad un ceppo di legno o un argano questa veniva azionata con fatica dall’uomo. Dopo una prima pressione, non sufficiente, si invertiva l’ordine delle “bruscole” che venivano innaffiate con acqua calda preparata a monte nella fornace, dopo di che si esercitava di nuovo pressione facendo uscire ancora del liquido (acqua di vegetazione e olio d’oliva).

Il liquido uscito veniva raccolto e lasciato depositare in vasche di muratura e aggiungendo ancora dell’acqua calda, si lasciava a riposo per qualche periodo, in modo che l’olio avendo un diverso peso specifico (l’olio pesa di meno dell’acqua) riaffiorasse in superfice.
Infine la mano abile del frantoiano che con l’aiuto della “tazza” o “nappa”, toglieva l’olio in modo da non prendere anche l’acqua, la tazza era in sostanza un mestolo sottile in lamiera con il manico, l’olio ottenuto veniva messo in un recipiente di coccio (giara o orcio).

Rimaniamo in contatto

Ci piacerebbe poter condividere con voi i ricordi
che vi siete portati dal soggiorno presso di noi,
sapere i vostri nuovi progetti di vacanza per il futuro.
Ci piacerebbe raccontarvi come cambiano le nostre offerte secondo le stagioni.
Restiamo in contatto