Il Poderuzzo

dal medioevo ai giorni nostri

“Poderuzzo”, detto anche Olmastroni, dal nome della famiglia che lo ha gestito almeno dal ‘500, è uno dei poderi che formavano la Fattoria di Massa, una delle tante che costituivano i possedimenti dello Spedale di Santa Maria Nuova in Firenze.
Tale Spedale, se non il più antico almeno il più prestigioso di Firenze, fu fondato da Folco di Ricovero Portinari nel 1288. Era consuetudine a quei tempi che si invitassero i benestanti della zona a contribuire al mantenimento di tali istituzioni. E i beni con cui si contribuiva erano talvolta denari e tal’altra possedimenti.
La Fattoria di Massa venne via via allargata in più fasi e l’acquisizione del “Poderuzzo” data il 1446 quando Bernardo di Giovanni Portinari lo acquistò insieme ad altri poderi della zona.
Erano terreni coltivati a olio, vino e bosco, che rendeva legname, come le paline di castagno, e marronete.
La Fattoria prosegue la sua attività fin quando non viene più ritenuta produttiva dai gestori dello Spedale e viene quindi (1767) affittata o venduta in parte.
Il 31 agosto 1781 la maggior parte dei poderi della Fattoria di Massa viene data a coloro che li lavoravano. Così il “Poderuzzo” viene affidato, con un contratto detto “Enfiteusi”, agli Olmastroni.

Sicuramente il Poderuzzo diviene anche il frantoio della zona fra il ‘600 e il ‘700. Probabilmente viene meno l’utilizzo di quello posto nella stessa Fattoria di massa.
Ce lo dicono studi ulteriori e soprattutto la tipologia della macina e dello strettoio.
La macina è composta di singole sezioni in pietra che sono state sicuramente scolpite a mano in un altro luogo, numerate con numeri romani, per poi essere ricomposte nella giusta sequenza in loco. Lo strettoio stesso, persino la sua base, è interamente in legno. La stessa vite enorme è stata scolpita a mano. Già alla fine del ‘700 si cominciavano ad usare strettoi in ghisa. Quindi la datazione del manufatto non può che risalire almeno all’inizio del ‘700.
Su un lato sono impresse a fuoco le iniziali A.O., che chiaramente rimandano alla famiglia Olmastroni. In questo periodo le notizie storiche riportano che le famiglie che avevano lavorato questi poderi avevano già raggiunto un discreto status.
Il frantoio ha continuato ad essere utilizzato fin dopo i primi del ‘900.

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